Liguria Romantica
In questa pagina presentiamo gli itinerari classici in provincia di Savona:
- 1 Finalborgo, capitale del Marchesato Del Carretto
- 2 Noli…la quinta Repubblica Marinara?
- 3 Albenga romana e medioevale
- 4 Savona, città di Papi
Gli itinerari proposti hanno la durata di mezza giornata (mattino o pomeriggio). Abbinandoli ad altre località si possono creare itinerari di visita di giornata intera. Le località indicate presentano centri storici raccolti e pianeggianti, pertanto sono visitabili senza difficoltà anche da parte di persone anziane o con difficoltà di deambulazione.
1 Finalborgo, capitale del Marchesato Del Carretto

Finalborgo, il più interessante dei nuclei storici di Finale, era l’antico Burgus Finarii, fondato alla fine del XII sec. dai marchesi Del Carretto. Lo dominano dall’alto Castel San Giovanni e i resti di Castel Gavone, con l’imponente Torre dei Diamanti. Le mura, i palazzi, le chiese lo rendono uno dei centri storici meglio conservati del savonese; da alcuni anni è entrato nel novero dei Borghi più belli d’Italia. Splendidi i Chiostri di Santa Caterina (fine ‘400) con colonne e capitelli in pietra del Finale.
Il marchesato fu per secoli un lembo di Liguria non controllato da Genova: per mantenere la sua indipendenza si appoggiò politicamente ai Visconti e agli Sforza. Il campanile ottagonale (1463) di S. Biagio testimonia gli scambi anche culturali con la signoria milanese: impostato su una torre della cerchia muraria ricorda il campanile di S. Gottardo in Corte a Milano. All’interno della

Basilica, la guida turistica vi farà scoprire la balaustra dell’altar maggiore, decorata a trompe-l’oeil con una finissima tovaglia eucaristica in marmo (1793). Fantasioso il pulpito in marmo (1765) che reca scolpiti i simboli degli Evangelisti. Tra i gioielli di Finalborgo vi è anche il Teatro Aycardi (1804), un’autentica “bomboniera” con tre ordini di palchi quasi in miniatura.
L’itinerario proposto impegna il mattino (oppure il pomeriggio). Per creare un programma di giornata intera si può abbinare la visita di un’altra località, suggeriamo: Noli oppure Finalmarina, oppure Varigotti.
2 Noli…la quinta Repubblica Marinara?
Ricordata da Dante nel IV canto del Purgatorio (“Vassi in Sanleo e discendesi in Noli…”) come luogo aspro e di non facile accesso, Noli è nascosta tra due pieghe della montagna, protesa verso il

mare. Prima dell’apertura del tracciato attuale della via Aurelia, realizzato durante l’impero napoleonico, questo centro era raggiungibile solo via mare o scendendo per ripidi sentieri , come avviene ancora oggi a S. Fruttuoso, nel promontorio di Portofino.
Noli ritiene di essere la…quinta Repubblica Marinara anche se non ebbe mai i fondaci necessari per esserlo a pieno titolo. Per gli aiuti prestati al Papato e alla Lega Lombarda ai tempi di Federico II, nel 1239 Noli divenne sede vescovile per volontà di Gregorio IX, e per quasi seicento anno fu una delle diocesi più piccole d’Italia.
Oggi è un tranquillo borgo dove molte famiglie praticano ancora la pesca in modo tradizionale.
Il centro storico, caratterizzato dalle numerose torri comunali (che la tradizione vuole fossero addirittura 72!), conserva, in alcuni quartieri, quasi intatto il suo antico volto, con belle case del Duecento e del Trecento. Con la visita guidata dell’Oratorio di S. Anna scopriremo i modellini marinari (ex-voto) che raccontano le insidie della vita del mare (U mâ u l’a u numme cun le). I nolesi ritengono che qui nacque Antoniotto Usodimare, che nel 1456 scoprì le isole del Capo Verde. Noli ospitò il filosofo Giordano Bruno, che qui svolgeva la professione di “maestro di grammatica e cosmografia”.
L’antica Cattedrale di S. Paragorio, costruita a metà del secolo XI sull’area di un precedente edificio paleocristiano. Si tratta di uno dei gioielli dell’architettura romanica, dichiarato Monumento Nazionale nel 1890. L’abside è decorata da 11 catini islamici (XI-XII sec.) che costituiscono forse il

più antico esempio in assoluto di maioliche murate.
Dall’alto del monte Ursino (121 metri), dominano il paese le grandiose e scenografiche rovine del Castello (iniziato nel sec. XI), di cui restano il “mastio” e l’alta torre circolare di avvistamento; due cortine di mura merlate (XIII sec.) scendono sino ai dirupi sul mare e verso l’abitato. Si tratta del monumento difensivo meglio conservato di tutta la Liguria di Ponente.
L’itinerario proposto impegna il mattino (oppure il pomeriggio). Per creare un programma di giornata intera si può abbinare la visita di un’altra località. Suggeriamo: Finalborgo, oppure Varigotti, oppure un’escursione al castello di Noli (necessarie scarpe da trekking, il sentiero copre in breve un dislivello di 120 metri)
Mi cade in cuore Noli. Sdegnosa della terra, guarda il mare come un gabbiano ferito. La montagna arcigna non ha a primavera il biancore d’un melo. Solo l’ulivo vi attecchisce. Anche il mare è una fredda lavagna infinita, percorsa da brividi di vento.
Qui Dante discese e Bruno insegnò a’ putti la grammatica.
Di qui i navigatori partirono a doppiare il capo di Buona Speranza, quando il mare era pieno di meraviglioso.
(Camillo Sbarbaro)
3 Albenga romana e medioevale
Fondata da una delle più potenti tribù del ponente ligure, Albenga divenne l’importante municipium romano di Albingaunum . Il periodo di maggior vivacità economica e culturale iniziò nel XI secolo, quando la città divenne libero comune. Il suo centro storico, ricco di testimonianze artistico culturali di grande pregio, si rivela un vero e proprio museo all’aperto, per la ricchezza delle architetture e dei monumenti che custodisce. Il museo Civico Ingauno (ingresso libero) ha sede nel Palazzo vecchio del Comune (XIV sec), con una loggia aperta a pianterreno ed una torre a bifore. Contiene epigrafi di epoca romana e bizantina, sculture e cimeli.

Il suggestivo cuore antico della città, di intenso carattere medievale, conserva numerose torri ed ha un impianto urbanistico che ricalca quello della città romana. Con la guida turistica scopriremo la Cattedrale, edificio di origini romaniche più volte rimaneggiato che conserva preziose sculture e un campanile tardogotico a bifore e trifore. Alle spalle, sulla raccolta piazzetta dei Leoni, ornata da tre leoni rinascimentali in pietra, prospettano le abitazioni medievali dei Costa.
È possibile prevedere anche la visita guidata del Battistero o di un Museo (ingresso a pagamento):
Il Battistero è il principale monumento paleocristiano della Liguria (prima metà V sec.); racchiude il magnifico mosaico dedicato alla Trinità ed agli Apostoli (fine V sec.) che è, con Ravenna, uno dei pochissimi in stile bizantino rimasti nel Nord Italia.
Magiche Trasparenze comprende molti reperti (dal I sec. a.C. al III d.C.), prevalentemente in vetro, provenienti dagli scavi delle necropoli romane di Albenga. Oltre all’eccezionale “piatto blu” sono esposti oggetti particolari come un “guttus tintinnabula“: antenato del biberon, che conteneva, oltre al latte, un piccolo oggetto a forma di animale. Una volta bevuto il latte, l’oggettino era libero di muoversi, tintinnando ed intrattenendo il neonato.
Il Museo Navale Romano conserva i reperti recuperati dal relitto di una delle più grandi navi onerarie romane finora note, naufragata ad un miglio circa dalla costa nel I secolo a.C. Quest’imbarcazione, che viaggiava con un eccezionale carico di migliaia di anfore piene di vino, costituisce uno dei più importanti documenti dell’arte nautica di Roma antica. Tra gli oggetti esposti: dadi da gioco e nocciole del I sec a.C.
Il Museo Diocesano, nel vecchio palazzo Vescovile, possiede codici liturgici, arazzi, preziosi

reliquiari, arredi sacri ed importanti dipinti, tra cui un S. Giovanni Battista di indiscusso spessore culturale, a lungo attribuito a Caravaggio, e una Decollazione di Santa Caterina (1606) olio su tela di Guido Reni.
La visita guidata di Albenga si può concludere con l’Esposizione permanente “La Civiltà dell’ Olivo” (ingresso libero).
L’itinerario proposto impegna il mattino (oppure il pomeriggio). Per creare un programma di giornata intera si può abbinare la visita di un’altra località, suggeriamo: Castelvecchio di Rocca Barbena / Zuccarello/ Villanova (con visita di un frantoio), oppure Alassio. In alternativa, è possibile prevedere un’escursione guidata lungo la Via Julia Augusta (13 a.C.) che si sviluppa attorno a resti di monumenti funerari di età imperiale romana, con panorami sul mare e sull’isola Gallinaria.
4 Savona, città di Papi
Dietro un volto ottocentesco, con i lunghi portici rettilinei e le eleganti piazze dal sapore

piemontese, si nasconde il cuore antico di Savona, affacciato sul suggestivo specchio di mare della vecchia darsena: sono i luoghi cantati con affetto e malinconia dal poeta dialettale Beppin da Cà. Tra le numerose torri, il simbolo di Savona è la trecentesca Torretta, dedicata a Leon Pancaldo, pilota di Magellano nel primo viaggio di circumnavigazione della terra (“Io son Pancaldo, savonese, che il mondo tutto rivoltai a tondo”).
L’ascesa al pontificato del savonese Sisto IV (1471-1484) e successivamente del nipote Giulio II (1503-1513) permisero a Savona di affacciarsi alla ribalta della politica internazionale, e di vivere la stagione più intensa di tutta la sua storia, il “Rinascimento roveresco”. Vennero avviati i numerosi interventi edilizi che avrebbero cambiato il volto della città: la munificenza dei Papi della Rovere, segnando i tratti caratteristici della Roma monumentale, si riverberò anche su Savona.
Sisto IV, negli anni in cui a Roma faceva costruire la Cappella Sistina, volle che a Savona venisse eretto un edificio per contenere il mausoleo dei propri genitori. Nacque così la Cappella Sistina di Savona, edificata da maestranze lombarde nel 1481-83. Ma il “momento di gloria” durò poco: nel 1528 Savona fu vinta dai genovesi, i quali, tra il 1542 e il 1544, rasero al suolo il nucleo primitivo

della città, fondato sul colle costiero. Al suo posto venne costruita la possente fortezza del Priamàr. Sono ancora in corso gli scavi che hanno riportato alla luce i resti dell’antica Cattedrale. Di quest’ultima il notaio Ottobono Giordano ci ha lasciato una descrizione risalente agli inizi del ‘500, ossia poco prima della demolizione; egli affermava di non aver mai visto una chiesa in posizione più felice: anche oggi i resti dell’abside, a precipizio sul mare, si affacciano su un vasto panorama verso l’orizzonte e le coste lontane. Nella fortezza, che fu trasformata in seguito in reclusorio, fu prigioniero Mazzini, che qui ideò la Giovine Italia (1830-31).

In Duomo (1589-1605) sono conservate molte opere d’arte provenienti dalla distrutta Cattedrale sul Priamàr. Tra essi l’“esotico” fonte battesimale in marmo greco, che a lungo si ritenne ricavato da un enorme capitello di arte bizantina. Il coro ligneo fu commissionato nell’anno 1500 dall’allora vescovo di Savona Giuliano della Rovere: sulle tarsie lignee, impreziosite da dettagli in argento e avorio, sono raffigurati la Gerusalemme Celeste ed il Creato (fiori, animali, oggetti, tra cui un particolare modello di clavicembalo).
Proseguendo la visita guidata nei caruggi, tra il profumo di piatti tipici locali, come la farinata e la panissa, si raggiungono gli Oratori delle Confraternite savonesi. Essi custodiscono le “casse”, i famosi gruppi lignei rappresentanti episodi della Passione, che vengono portati a spalla per le vie

del centro la sera del Venerdì Santo. Con il Concilio di Trento, infatti, le pubbliche flagellazioni di penitenza e le antiche rappresentazioni sacre – che talvolta “muovevano più a riso che a devotione” – vennero sostituite da queste casse processionali, in cui i gesti e gli sguardi dei personaggi sembrano fissati con una tecnica quasi fotografica e con una teatralità che ricorda i Sacri Monti piemontesi e lombardi.
La visita guidata di Savona può concludersi in piazza Mameli, dove ogni giorno, alle ore 18, la campana inserita nel monumento ai Caduti batte 21 rintocchi – come le lettere dell’alfabeto – per ricordare coloro che si immolarono per la Patria; una tradizione unica in Italia vuole che passanti e veicoli si arrestino e sostino in raccoglimento. Al termine, possibile degustazione del chinotto (presidio Slow Food), un frutto che un navigatore savonese importò nel XVI secolo dalla Cina.
È possibile prevedere anche visite guidate di: Cappella Sistina, Pinacoteca, museo della Ceramica (ingressi a pagamento):

A lato della Cattedrale si erge la Cappella Sistina, che ci accoglie nella veste settecentesca dovuta ai restauri promossi tra il 1761 ed il 1764 da Francesco Maria della Rovere, ultimo rampollo della nobile famiglia savonese. Poiché egli aveva gusti “moderni”, cambiò la costruzione quattrocentesca da severa cappella funeraria rinascimentale a fastosa chiesa rococò. Una trasformazione che alcuni “tradizionalisti” non avevano gradito: quel tripudio festoso e vivace di stucchi policromi a motivo floreale, che oggi vediamo in Sistina, era uno stile nato per abbellire i saloni delle ville di campagna dell’aristocrazia del tempo, e faceva da sfondo al clima un po’ frivolo e scanzonato che accompagnava i soggiorni “in villa” dei benestanti dell’epoca (ingresso a pagamento).
Nell’attiguo Palazzo Vescovile sono conservati gli appartamenti, con gli arredi originari, occupati da Papa Pio VII, prigioniero di Napoleone a Savona tra il 1809 e il 1812.
La Pinacoteca Civica ha trovato degna collocazione nel sontuoso palazzo Gavotti; custodisce capolavori di G. Mazone, V. Foppa, D. Piola, e dei savonesi Guidobono, Brusco e Ratti; la crocifissione di Donato de’Bardi (prima metà del Quattrocento) è considerata un unicum nel panorama del Rinascimento, nonché uno dei più antichi dipinti italiani realizzati su tela.
Il Museo della Ceramica vanta un migliaio di opere, che vanno dal XV secolo al contemporaneo.

Tra vasi di farmacia e piatti da parata, la guida turistica ci farà scoprire alcune curiosità, come i disegni sui muri lasciati da truppe mercenarie alla metà del XV sec.
A Savona, città natale di Papi che hanno vissuto un momento magico della storia dell’umanità, tra Quattrocento e Cinquecento si diradarono le ombre del tardo medioevo e si diffusero i bagliori dell’età moderna: fu la luce del Rinascimento, che forse lo stesso Giulio II contribuì ad accendere.
L’itinerario proposto impegna il mattino (oppure il pomeriggio). Per creare un programma di giornata intera si può abbinare la visita di un’altra località. Suggeriamo: Albissola con la Villa Faraggiana.
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